martedì 5 aprile 2016

The Walking....SMOMBIE

Quante volte siete saliti in auto per recarvi al lavoro e avete urlato ogni sproposito conosciuto a quel caro ciclista, a cui viene in mente di spararsi 200km alle 7 del mattino?

Quante volte avete creduto di dover aspettare migliaia di anni, osservando la tenera vecchietta che attraversa la strada alla velocità di un bradipo?



Benissimo. Se vi siete rivisti in almeno una di queste situazioni siete pronti a conoscere il nuovo pericolo della strada (tranquilli...gli Xmen non ci hanno ancora prestato le loro nonnine mutanti!)...oppure siete pronti a scoprire che siete proprio voi uno dei nuovi pericoli della strada. Non avete ancora capito di cosa stia parlando? Vi illumino io: SMOMBIE.

Non vi preoccupate, non è il nome di uno strano fungo della pelle o del nuovo smartphone lanciato sul mercato (anche se con gli smartphone c'entra parecchio): con il termine "smombie" intendiamo "quel soggetto che completamente estraniato dal suo ambiente, vive senza notare nulla, cammina in modo molto particolare, perché guarda solo il suo smartphone interagendo col mondo esterno quasi esclusivamente con esso." (G.Marullo "Petoloso e smombie").

          Vi siete per caso riconosciuti in questa definizione?


Quando si esce, per le vie della città, del paese, della località di mare, saranno incalcolabili le persone (sopratutto giovani e giovanissimi) che vedrete incollate ai loro smartphone, sorridenti per un messaggio, una foto, un like...sorridenti per qualcosa che non esiste.

I social network sono stati la rivoluzione del secolo e sarebbe inopportuno parlare solo dei loro lati negativi: hanno avvicinato le persone (quanti compagni delle elementari avete incontrato su Facebook o simili?), hanno permesso delle comunicazioni molto più rapide, la connessione perenne, l'essere sempre rintracciabili...ma tutto questo ci ha fatto veramente solo del bene?


Se è stato coniato il termine "smombie" evidentemente abbiamo abusato di un mezzo che poteva essere molto utile, facendolo diventare una vera e propria ossessione. Da qualche anno a questa parte è stato scoperto un nuovo tipo di disagio psicologico definito "Dipendenza da social network" : "La dipendenza da social network è molto diffusa e come avviene nelle altre dipendenze è causa di alcuni problemi. Gli atteggiamenti di uso ed abuso di questi siti web ed il loro perpetrarsi, fino addirittura alla dipendenza, sono innescati e portati avanti da meccanismi psicologici e neurologici di piacere, soddisfazione, affettività ed autostima. A livello celebrale vengono rilasciate maggiori quantità di sostanze psico-attivanti e a livello mentale si creano meccanismi e schemi ricompensatori che portano al riutilizzo continuo e sempre maggiore. " (Dott. Cristina Puglia).

























Ho 24 anni e quindi direi una bugia affermando di non avere alcun profilo social oppure di non prestare particolare attenzione alla mia vita "online": sono pochi se non pochissimi coloro che non si sono fatti prendere la mano da Facebook, Instagram oppure il neonato Snapchat (che io ho da anni e ho imparato a usare da tipo un mese!).

Quando vedi la mamma o la suocera che pubblicano a raffica foto e video di gattini, scappa subito il sorriso: infondo Facebook & Co sarebbero stati programmati anche per allietare un pò le nostre giornate, per far vedere agli amici che siamo felici in vacanza, per far sorridere qualcuno che si è alzato con il piede sbagliato. Ma il tutto è degenerato molto in fretta se pensate che Facebook ha "solo" 12 anni di vita. 


Ogni volta che apro Facebook e scorro la mia home page si assiste alla vera e propria "fiera delle vanità": dal cagnolino appena acquistato, al nuovo taglio di capelli fino a finire in immagini di dubbio gusto (che per me non hanno ancora un significato!) di ragazze e ragazzi in intimo. Un momento: foto in intimo? Ebbene si, per un quarto d'ora di fama si arriva anche a questo. 


Purtroppo il "lato oscuro di Internet" è proprio questo: la fama è accessibile a chiunque e in qualunque momento e proprio per questo diventa un arma a doppio taglio. Fate un esperimento sociale con i vostri amici virtuali: chi generalmente pubblica tantissimo, ha una vita sociale pari allo zero se non vicino. Chi, invece, ha una vita ricca pubblica poco e non gode di particolare "successo".

Incredibile non trovate? 

Ma "chi è innocente scagli la prima pietra"! Nemmeno io posso dire non aver mai fatto un selfie con "duck face" (la boccuccia a papera), selfie per mostrare un trucco, un vestito o semplicemente un momento bello della mia vita: nessuno può dire di non averlo fatto (nemmeno voi mamme all'ascolto!). Però si può capire quando, sul nostro profilo, "il troppo stroppia".


Fino a qualche mese fa, non mi stavo nemmeno rendendo conto di quanto abusassi dei social network (in particolare di Instagram): la mia vita era concentrata dietro una serie di tasti che mi facevano viaggiare in tutto il mondo, pur rimanendo beata sul mio divano. Serata con gli amici=selfie; serata con il fidanzato=selfie; il gattino ha imparato a fare le capriole in turco= selfie; rossetto nuovo arrivato dalla Patagonia=selfie ecc ecc.. la mia vita era scandita da tanti piccoli pollici in su e tanti cuoricini rosso fuoco.

Ma se guardiamo meglio i selfie che cosa sono se non foto che ci facciamo.....da soli?

Il selfie è il concetto portante di tutti i social: vendiamo la nostra privacy in cambio di un momento d'affetto, di un sorriso, di una palpitazione al cuore. Vendiamo il nostro "self", noi stessi.
Ma non sarebbe più bello ricevere un complimento DAL VIVO da un'amica? 
Non sarebbe più bello farsi vedere nell'intimità solo dal/dalla proprio/a compagno/a?

Ci sono mille mila modi per uscire da una dipendenza del genere e, purtroppo, credo che ben pochi siano in grado di funzionare. Sono dell'idea che si smetta di abusare di Internet solo quando riceviamo un grave scossone da questo mondo di lustrini e plastica, come per chi smette di fumare all'improvviso. Il mio scossone è stato il mio ragazzo quando un giorno mi disse:"Non ti riconosco più": da quel giorno ho posato il telefono e il mio rapporto con i social è cambiato. Semplicemente dal giorno alla notte mi interessavano e divertivano molto meno: sono passata da "queste 8 foto di cosa sto mangiando le pubblico tutte" a "oggi non ho voglia di pubblicare nulla", sono passata da mettere pubblico ogni file del telefono ad avere una trentina di foto che mai vedranno la luce della ribalta.....e non perchè siano brutte ma perchè di "like" conta solo il mio.

Volete un consiglio? Ora che avete finito questo articolo spegnete il telefono o il pc e andate fuori! E' brutto tempo li da voi? Guardate un film, leggete quel libro che avete in sospeso da anni, coccolate il gatto, abbracciate la mamma, guardate l'ultima puntata di The Walking Dead...ma stasera non andate su Facebook & Co, ok?

La vita fuori dai social è molto più bella di quella dietro ad uno stupido schermo! E consiglio: se qualcuno vi sta parlando dei suoi problemi, non tenete sempre la faccia incollata allo schermo. Prima vengono gli amici VERI e poi i like alle foto.

Vi mando un grosso bacio e godetevi sempre la vita!!

Ele_Rolly



Nessun commento:

Posta un commento